La presenza mentale ormai si sente nominare un po’ ovunque, se ne parla molto, ma in realtà pochi sanno veramente di cosa si tratti, e quanto sia importante. In molti testi antichi, sia pur con termini diversi, quello che oggi viene individuato  con la definizione di “presenza mentale”  compare sempre con puntualità. Solo come esempio, l’ I Ching, o I King, “Il Libro dei Mutamenti”, radice della cultura cinese e orientale, millenario testo oracolare che vanta la più raffinata e complessa architettura oracolare conosciuta al mondo, mette tra le indispensabili attitudini di chi intenda progredire nella conoscenza dei testi, ma più in generale della propria vita, proprio la presenza mentale. Ma cosa significa questo termine? Vivere la vita nell’unico modo reale, ovvero non nel passato, non nel futuro, ma nel momento presente, che effettivamente, a ben pensarci rappresenta l’unica realtà che ci riguarda veramente, e che è anche il momento preciso che consentirà al futuro di divenire ciò che diverrà, che questo ci piaccia o no. Facile solo in apparenza nel mondo d’oggi, dove si assiste ad una continua overdose di informazioni che sovverte in modo violento le nostre migliori intenzioni ogni qualvolta cerchiamo di fare “mente locale” (un vecchio modo di dire popolare che, guarda un po’ è in altri termini la presenza mentale). Quindi niente di nuovo sotto il sole; quando ci apprestiamo a compiere un qualsiasi gesto, riconosciamolo come unico e degno di tutta la nostra attenzione; assorbiamone ogni essenza ed osserviamone ogni minimo dettaglio… Questo probabilmente in principio ci costerà qualche secondo in più, ma provare per credere, ne vale la pena!

Alessandro A. Pardini

 

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