Stiamo vivendo un epoca particolarmente prodiga di cambiamenti soprattutto nella velocità nelle mutazioni caratteristiche della quotidianità e della sua definizione di normalità. Questi momenti sono stati frequenti, anche se temporalmente molto distanti nel corso della storia, e si concludono sempre in un nuovo inizio a conferma della ciclicità “spiraliforme” del tempo (pur regredendo non torna mai allo stesso punto di partenza) su questo pianeta. Ciclicità alla base di tutte le filosofie e le culture mondiali, nessuna esclusa. Nell’antica tradizione cinese del I King (I Ching), risalente ad oltre quattromila anni or sono, partendo dalle gesta del mitico maestro Fù Xì, si narra che la Terra era inizialmente popolata da esseri molto evoluti. Esseri della cui provenienza non possiamo sapere, e dall’aspetto diverso da come oggi si mostra l’uomo (lo stesso Fù Xì nei pochi ritratti tramandati, appare con la metà inferiore del corpo a forma di serpente e con due piccole corna sulla fronte) che taluni studiosi non esitano a definire “esseri spirituali”, nel senso della loro piena capacità di percepire chiaramente la divinità o Uno; sapevano comunicare senza parlare tra loro, potevano dialogare con tutto ciò che viveva nella natura, con l’essenza di tutte le cose, e nella loro elevata “civiltà” di grande sapienza, non esisteva il concetto di libertà perché non necessario. Non si conoscono le sorti di questi esseri, che sembrano ad un tratto scomparire lasciando però insegnamenti straordinariamente complessi e precisi, ancora oggi fondamentali per l’umanità (l’I King tra questi, appunto). Ma questa leggenda non è la sola testimonianza della presenza sul pianeta di alte civiltà sconosciute, molte ne esistono, ma singolari attinenze a noi vicine, ce le narra Erodoto (circa 425 a.C. detto di Alicarnasso o di Thurii, storico greco antico considerato da Cicerone come il “padre della storia”. Nelle sue “Storie”, Erodoto parla del misterioso popolo degli Atlanti. Nei territori del Fezzan (Nord Africa) dopo molti giorni di marcia inoltrandosi nelle lande della odierna Libia verso la Tripolitania, narra Erodoto, si trova un monte che ha nome Atlante: la sua vetta imponente è perennemente avvolta dalle nubi. Da questo monte hanno tratto il nome gli abitanti del luogo, detti appunto Atlanti. Erodoto descrive come gli antichi Atlanti non sognassero solo nelle ore notturne, fossero esclusivamente vegetariani e erbe, radici e frutti si offrissero loro spontaneamente, dando inizio al concetto in seguito descritto come “età dell’oro”, tempo mitico di prosperità e abbondanza. L’espressione italiana ricalca il latino “aurea aetas”. L’idea di un'”epoca dorata” compare nel poema “Le opere e i giorni “di Esiodo (metà dell’VIII secolo a.C.) Secondo le leggende, durante l’età dell’oro gli antichi esseri umani (o presunti tali) vivevano senza bisogno di leggi, né avevano la necessità di coltivare la terra poiché da essa cresceva spontaneamente ogni genere di pianta. Non esisteva la proprietà privata, non c’era odio tra gli individui e le guerre non flagellavano il mondo. Era sempre primavera e il caldo ed il freddo non tormentavano la gente, perciò non c’era bisogno di costruire case o di ripararsi in grotte. Esiodo descrive altre quattro ere che sarebbero succedute all’età dell’oro in ordine cronologico: l’età dell’argento, l’età del bronzo, l’età degli eroi e l’età del ferro; tempi sempre più duri e drammatici che precipiteranno l’umanità verso ogni genere di imbarbarimento: crudeli divisioni, guerre, stermini di massa, odio fratricida tra gli uomini. Il comune denominatore quindi, è sempre la prevedibile meccanicità dei comportamenti umani. Se le età dell’uomo ed i suoi epiloghi si succedono ciclicamente, allora possiamo provare ad inquadrare con più coscienza il nostro tempo, e questo appare come uno dei suggerimenti principali degli antichi insegnamenti confermato in primo luogo proprio dall’esistenza del I King. Ma l’idea che accomuna tutte le antiche narrazioni, l’ispirazione che sembra essere la guida dei profeti, è che all’inizio dei tempi la Terra fosse popolata da esseri del tutto diversi dall’ “uomo moderno”, sia nell’aspetto che nella civiltà; che ad un tratto, forse dopo aver concluso il loro incarico, questi siano scomparsi, o partiti, lasciando qui sotto forme diverse nei quattro angoli del mondo, il testimone ideale di una possibilità; la possibilità di essere guidati a ricordare, a riconoscere la via migliore per compiere realmente ciò per cui siamo venuti qui, su questo complesso e meraviglioso “pianeta scuola”.
Le età dell’uomo
da alessandro.a.pardini@eremodeinani.com | 19 Feb, 2022 | Arti antiche, Crescita personale, Cultura, Divinazione, Esoterismo, I Ching, Spiritualità | 2 commenti

Ciao Alessandro, come sempre fornisci spunti di riflessione profondi….. la meccanicità affligge i comportamenti delle masse passando dai singoli individui. Mai stancarsi di ripetere che solo osservando noi stessi possiamo cambiare, ma non è facile….. può la storia passata insegnarci a non ripetere i soliti errori?
Grazie Franca per il tuo commento. Penso che osservare la storia passata sia certamente un buon modo per capire il presente. Per il resto, visto che il futuro ancora non esiste, utilizzare al meglio queste esperienze per cambiare “l’adesso” sia l’unica cosa che possiamo fare. Il futuro si costruisce minuto per minuto cominciando da qui e ora…… il resto appunto, è storia.
Alla prossima!