Amore. Una parola che si legge e si pronuncia sempre più frequentemente, ma di cui si è perso il reale valore. Usata senza onore per mentire, in consuetudini anonime e senza significato come semplice modo di dire, mortificata con mutilazioni giovanili quasi blasfeme come “àmo”, e riferita sempre più spesso a rapporti esangui, episodi dal sapore artefatto, ridotti a semplice materiale da pubblicare sui social. Fiumi di inchiostro e foreste trasformate in fogli di carta nei secoli, non sono ancora sufficienti a declamare con realismo questo sentimento così popolare nel nome, e invero, così poco conosciuto. Qualcosa che si identifica senza possibilità identità alcuna. L’amore è uno stato dell’essere. L’amore non risiede all’esterno, ma in profondità, dentro ciascuno di noi e per questo non può mai essere perso e non può lasciarci. Non dipende dal corpo di un altro, da una forma esteriore. L’amore non è selettivo così come non lo è la luce del sole. Non rende speciale nessuna persona. Non è esclusivo; l’esclusività non è una caratteristica dell’amore reale, dell’amore che induce a qualcosa di “divino”, ma dell’amore dell’Ego. Può esserci una persona che riflette verso di noi il nostro amore più chiaramente e più intensamente di altre, e se costui/ei, prova la stessa cosa nei nostri confronti, allora si può dire che abbiamo una relazione d’amore. Il legame che ci unisce è lo stesso che ci connette con una persona che sta seduta di fronte a noi  in autobus, o con un uccello, un albero, un fiore; è diverso solo il livello d’intensità con cui l’amore viene percepito. Se il presunto sentimento d’amore diventa dipendenza, ciò è solo frutto della mente che fa da schermo alla realtà con il “Corpo di Dolore”, annientando così l’amore reale. Tuttavia, anche in un rapporto di dipendenza possono esserci momenti dove traspare qualcosa di più simile alla realtà, qualcosa che va al di là dei reciproci bisogni derivanti dalla dipendenza indotta dall’Ego. Questi sono i momenti dove la nostra mente e la mente del partner si “spengono” ed il Corpo di Dolore si assopisce temporaneamente. Ciò può accadere nell’ intimità fisica, o quando si assiste entrambi al miracolo della nascita, o ancora in presenza della morte, quando uno dei due si ammala gravemente: qualunque cosa renda la mente impotente. Quando ciò avviene, il nostro essere di solito sepolto sotto la mente si rivela, ed è questo che rende possibile la vera comunicazione. Non appena questa condizione cessa, non si è più noi stessi, ma un’ immagine mentale di noi che inizia ad interpretare dei ruoli per accendere i bisogni dell’Ego, tornando così ad essere una mente che finge di essere un “uomo”. Niente è più distante della superficialità nel concetto di amore. Per quanto si possa cercare, non è qualcosa che si può trovare razionalmente, anzi, le nebbie dell’idealizzazione portano inevitabilmente situazioni spiacevoli. La comunicazione reale dell’amore si può solo ascoltare nel silenzio della mente, nel momento in cui riesce ad emergere spontanea dalla nostra essenza innescando la comunicazione dei sensi superiori di cui l’amore vero è padre e figlio allo stesso tempo.

Liberamente tratto dal lbro: “Il potere di adesso” di Eckhart Tolle (ed.MyLife – 2013).

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